Il video ci fa brutti?

Il video ci fa brutti?

Si chiama “dismorfia” da Zoom ed è il motivo dell’aumento della domanda di chirurgia estetica.

Come se non bastassero le foto dei social media, sempre perfette, ci si è messa anche la pandemia, con lo smart working e le interminabili call.

Se già ti sentivi brutta, senza motivo, nel continuo confronto con soggetti ritratti in foto quasi sempre ritoccate, ora che sei spesso in video e ti vedi sul monitor noti ogni piccolissimo difetto.

Acne, capelli, labbra, naso o rughe di troppo, il monitor come una grande lente di ingrandimento, che amplifica, e a volte distorce, la realtà.

Avendo l’immagine del tuo volto sempre davanti, noti il ciuffo di capelli fuori posto, il brufolo che la sera prima non c’era o le borse sotto gli occhi che insieme alle rughe sembrano essere comparse dal nulla.

Un dermatologo americano ha dato un nome a questa attitudine, l’ha chiamata “dismorfia”, cioè cattiva immagine, in particolare dismorfia da Zoom. Tanto tempo trascorso in video chat con colleghi e clienti può innescare nella tua mente un meccanismo comparativo autocritico.

Il risultato è che senti il bisogno di ricorrere al medico per sistemare quei difetti che prima dello smart working non avresti nemmeno notato.

Non solo il lavoro da casa, ma anche la didattica a distanza e persino la socializzazione fatta online ha aumentato notevolmente il tempo che hai per guardarti, ma ha cambiato anche il modo in cui lo fai.

La dermatologa Arianne Shadi Kourosh (Massachusetts General Hospital) spiega come non ci vediamo più come nelle foto statiche, bensì in movimento, come nelle riprese delle webcam, cosa che ci porta a notare, per esempio, le rughe, anche molto lievi, da corrugamento.

Una recente analisi delle tendenze di ricerca su Google durante la pandemia ha mostrato che i termini “acne” e “perdita di capelli” erano in aumento in questa nuova realtà virtuale e che fossero collegati con ansia e depressione, condizioni psicologiche comuni durante la quarantena da Covid-19.

Il sospetto è che la tendenza possa derivare anche dalle persone che si vedono costantemente in video e diventano più consapevoli del loro aspetto.